Al Funtanin, poco dopo Porta Nizza, fuori della cinta
murata di Ventimiglia Alta, è ancora ben visibile la ferita che si è venuta a
creare a seguito della scomparsa della vecchia caserma dei Bersaglieri che lì c’era
fin dal 1896.
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La Caserma dei Bersaglieri sullo sfondo di una Marina San Giuseppe quasi irriconoscibile (Primo dopoguerra) |
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Caserma dei Bersaglieri attorno al 1912. Al suo posto oggi rimane una grande ferita adibita a parcheggio |
Sorgendo quasi a picco sulla
costa la caserma era ben visibile anche dal mare e dal sottostante borgo della Marina San Giuseppe.
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Nella foto In alto, ripresa dalla spiaggia di Marina San Giuseppe (fine anni 1950) era ben visibile la caserma, che oggi (2011), foto in basso, non c'è più. |
Oggi il degrado presente in
quella zona è evidente, ma allora e per
molti anni a seguire ha rivestito un ruolo importante per la vita militare e
civile della città di Ventimiglia.
Per la verità la storia di quell’edificio
non è stata delle più tranquille. Già durante i lavori di costruzione delle
fondamenta, poco dopo il 1892, erano sorti dei problemi a causa delle
infiltrazioni di acqua dalla falda acquifera prospiciente che rendeva quel
toponimo, Funtanin, quanto mai corretto.
Allora ci si illuse di poter arginare
la falda impiegando calcestruzzo e materiale da
riporto tanto che l’edificio fu
completato e vi furono trasferiti i Bersaglieri che già fin dal 1892 erano di
stanza a Ventimiglia. La caserma fu operativa fino al primo dopoguerra poi a
causa dei problemi di stabilità venne
dismessa e rimase praticamente
inutilizzata fino al 1956 quando, certi che le nuove tecnologie avrebbero
permesso di contenerne gli squilibri, l’edificio fu ampliato e vi fu trasferito
l’Ospedale di Santo Spirito che precedentemente occupava l’ormai insufficiente edificio ricavato nel complesso
del Monastero Lateranense subito sopra porta Nuova.
Le nuove tecnologie edilizie non
furono tuttavia sufficienti a fermare la falda acquifera che avanzando nella
zona causò solo cinque anni dopo, nel 1961, un forte movimento franoso che impose lo sgombro dell’ospedale e l’abbattimento dell’edificio.
Dei due grandi edifici che occupavano quella zona
riuscì a salvarsi solo l’ampia costruzione che lo sovrastava, nella quale trovava
l’orfanatrofio di San Secondo, che ancora si può vedere nelle fotografie della
zona.
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